Questa riflessione nasce dai
molti post che ho letto su FB riguardo al mondo SP (Self Publishing) di cui
anche io sono entrata a far parte nel 2013 pubblicando prima tramite Amazon KDP
e poi Narcissus. L’altra faccia della medaglia sono le CE (Casa Editrice)
piccole, medie o grandi che siano.
Riassumo con parole mie i
concetti più ricorrenti che ho letto nell’ultimo anno:
“Il self è un immondezzaio dove chiunque può pubblicare anche la lista della spesa. Spesso chi ricorre al SP è stato rifiutato da tutte le CE, ma senza porsi alcuna domanda butta il suo obbrobrio su Amazon. Le CE pescano da Amazon i nuovi autori da pubblicare in base a vendite e recensioni. Spesso dietro ci sono gruppi segretissimi che organizzano vere e proprie campagne di acquisto e scambio recensioni per tenere il libro in classifica. Dall’altro lato alle CE interessa solo pubblicare il maggior numero di romanzi al minor costo possibile, così propongono contratti molto svantaggiosi per i nuovi autori.”
Allora andiamo per punti.
SP = immondezzaio? Può essere! A volte capita di
trovare libri SP tremendi con errori di grammatica e ortografia che
meriterebbero un “gravemente insufficiente” alle scuole medie. A volte ho letto
libri di grandi CE altrettanto mal curati. A volte capita che un autore venga
rifiutato da una grande CE, pubblichi in SP, venga notato e approdi alla stessa
grande CE iniziale. Credo che capiti veramente di tutto e che sia il lettore a
dover giudicare e, grazie agli estratti gratuiti e alla possibilità di reso, ne
ha tutti i mezzi. Di conseguenza, tolti amici e parenti, molti romanzi non
vengono comprati o vengono resi perché giudicati inadatti e illeggibili. La selezione naturale esiste dalla notte
dei tempi e sempre esisterà!
Chi ricorre al SP è stato rifiutato da tutte le CE, ma
senza porsi alcuna domanda butta il suo obbrobrio su Amazon?
Non credo, non sempre comunque. Vi racconto la mia
esperienza senza mentire né omettere nulla. Per scelta personale ho escluso a
priori le piccole CE. Sicuramente ne esistono di molto serie, ma non conoscendo
nessuno nel campo avrei dovuto contattarle alla cieca e, nel caso fossi
piaciuta, affidarmi a loro facendo un salto nel buio. Ho letto di molte brutte
esperienze e siccome per me scrivere è una passione, che deve rendermi felice e
non stressata, ho deciso di non prendere questa via. Ho contattato le grandi CE e per grandi intendo le super big, major
o come volete chiamarle, quelle che si contano sulle dita di una mano per
intenderci. Dopo i canonici 6 mesi di attesa non ho ricevuto risposta né evidenza
che in effetti il mio lavoro sia stato preso in considerazione. Comunque, per
semplificare, diciamo che ho beccato 5 due di picche. Ora cinque rifiuti non
sono cento né mille quindi ho pensato di avere il diritto di tentare la strada SP
e tramite Amazon KDP il mio romanzo è stato pubblicato. Ai posteri l'ardua sentenza...
Le CE
pescano da Amazon i nuovi autori da pubblicare in base a vendite e recensioni?
È molto probabile! Per come la vedo io, il mondo SP ha complicato di brutto la
vita delle CE perché ha immesso sul mercato un sacco di titoli concorrenti che
spesso hanno un prezzo molto più basso. Una CE, che di fatto è un’azienda in
cui conta l’utile a bilancio, deve correre ai ripari e come lo fa? Risparmiando
sul processo di scouting. Perché spendere risorse nella selezione di inediti
quando hai a disposizione un mare di titoli già testati dal pubblico? La pappa pronta è sempre piaciuta e sempre
piacerà!
Spesso dietro ci sono gruppi segretissimi che
organizzano vere e proprie campagne di acquisto e scambio recensioni per tenere il libro in classifica? Può essere! Con
il fantasioso spirito imprenditoriale tipico italiano, molti autori SP hanno
messo in campo mezzi di marketing vincenti che hanno dato visibilità al loro lavoro
(pregevole oppure no): book trailer, pubblicità
web, eventi e presentazioni. Tutto a proprie spese e hanno raccolto una schiera
di sostenitori tra parenti, amici, amici degli amici, amici degli amici dei
parenti e magari qualche blogger e altre persone che bazzicano nel campo. È anche
possibile che questi piccoli imprenditori di se stessi si siano organizzati in
gruppi di appoggio per emergere e tenere i loro lavori in classifica, a
rotazione. Il fine giustifica i mezzi
come scriveva qualcuno!
Alle CE interessa solo pubblicare il maggior numero di
romanzi al minor costo possibile, così propongono contratti molto svantaggiosi
per i nuovi autori? Può essere! Insomma non mi stupirei se una CE cercasse
di far firmare un contratto tutto a suo vantaggio, come detto prima, è un’azienda
e qualsiasi azienda cerca di strozzare i propri fornitori (in senso figurato
eh!). Come in ogni cosa si può scegliere e dire di no, ma come rinunciare a
vedere il proprio romanzo sugli scaffali della “Libreria del Corso”, anche se
per pochi giorni?
Concludo con una citazione:
Bisogna lottare per i sogni, ma bisogna anche sapere che, quando certe strade sono impraticabili, è meglio risparmiare le forze per percorrerne altre. Paulo Coelho
Ed ecco il mio sogno: pubblicherò una montagna di libri meravigliosi in cento
lingue diverse, scrivere diventerà il mio mestiere a cui mi potrò dedicare ogni
giorno senza guardare sempre l’orologio e potrò partire per una vacanza di due
mesi in Nuova Zelanda solo perché è il luogo in cui si ambienterà il mio
trentesimo romanzo. E la realtà: continuerò
con lo stesso impegno e ottimismo il mio percorso di appassionata scribacchina
nel tempo libero e cercherò di sopravvivere in questo strano mondo SP dove si
trova di tutto e di più!
Ciao Samantha! Sono Elisabetta, quella di Un Matrimonio Speciale ^_^ Bell'articolo mi ci rispecchio! Un abbraccio!
RispondiEliminaNon riesco a loggarmi con il mio blog, se vuoi cercami su worpress:
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