Oggi vi propongo un estrattino dal capitolo 8 di "Coppia di cuori", una scena importante nella storia di Megs & Taz.
Non sapete chi sono?!?!?
Bé non potete non venire a conoscere Margherita Bellini (e la sua mania per i numeri) e Tazio Federico Piccini (e la sua mania per Megs) quindi... Buona lettura!
Un
anno e mezzo prima: 11 Novembre 2011
Siamo in ufficio da quindici ore
esatte e non credo che andremo a casa molto presto. Il direttore ha chiamato
prima di imbarcarsi sul volo da Roma e mi ha chiesto di aspettarlo. Non mi ha
domandato se potevo, mi ha comunicato di farlo il che equivale a un ordine. Taz
non era costretto ma mi ha fatto compagnia per fortuna perché stasera si gela e
da sola sarei impazzita.
Un tecnico zelante deve aver
ricollegato il nostro calorifero al riscaldamento centrale pensando di porre
rimedio a una dimenticanza o a un errore. Alle sette in punto l’aria calda ha
smesso di uscire dai bocchettoni e già nel giro di un’ora la temperatura
dell’ufficio ha cominciato a scendere.
«Tredici gradi.»
Annuncia Taz leggendo il vecchio
termometro appeso alla parete dietro di lui. Quando arriverà il dottor Bianchi
saremo ibernati in un clima polare.
«Grazie per essere rimasto con me.
Mi spiace per la partita.»
«Non importa.»
«I tuoi compagni di squadra te la
faranno pagare.»
«Il lavoro viene prima, lo sanno
anche loro.»
In realtà Taz si è fermato per me e
non perché dovesse terminare un lavoro urgente, anche se è quello che ha detto
quando ha avvisato all’ultimo momento della sua defezione. Ho sentito metà
conversazione, ma credo che sia stato pesantemente insultato visto il ruolo
importante che ricopre come attaccante. Qualche volta sono andata a vederlo
giocare e, anche se non amo il basket, devo ammettere che è davvero bravo: veloce
e aggressivo. Inoltre è competitivo per natura e so che desidera vincere il
campionato quindi il fatto di rinunciare alla partita la dice lunga sul genere
di amico che è per me.
«Non sento più le dita.»
«Che esagerata, indossi anche la giacca.»
«Ma sono seduta ferma da ore e mi
sto raffreddando, soprattutto le estremità.»
«Allora offrirò alle tue estremità
un altro the caldo, anzi bevanda al gusto di the.»
La brodaglia prodotta dalla
macchinetta nell’atrio ha un sapore tremendo, ma è bollente e quindi la sto ingurgitando
a litri questa sera.
«Grazie. Ne ho proprio bisogno.»
Taz mi sorride e mi mette un braccio
sulla spalla mentre camminiamo verso i distributori situati accanto agli
ascensori. Come sempre preme il bottone per me e mi porge il bicchiere non
appena è pronto.
«Ti sarò eternamente riconoscente
per stasera. Me lo sentivo che sarebbe stata una giornata diversa, vista la
data.»
«Oggi non è l’undici?»
«L’undici undici dell’undici.»
Ribatto io con espressione luttuosa
e Taz scoppia a ridere quando capisce il senso. Mi prende in giro da sempre per
la mia fissazione sui numeri, ma non sono pazza e negli anni ho trovato un
riscontro alle mie teorie. Ho raccolto un mucchio di prove a dimostrazione che
certe combinazioni numeriche attirano l’occhio del fato, se sia benevolo o
malevolo non si può sapere se non scoprendolo sulla propria pelle.
«E porta male?»
«Non lo so, ma è una data
significativa. Comunque visto come sta andando non mi sembra fortunata come
l’ultima.»
«E quale sarebbe?»
«Non te lo ricordi? Il dieci ottobre
dell’anno scorso siamo stati assunti.»
«Quella ha portato bene, hai trovato
lavoro e hai conosciuto me. Un’immensa fortuna, non trovi?»
«Vero. Invece nel duemilanove, il
nove settembre è stato negativo. Ha grandinato sulla mia povera vettura che ne
è uscita tutta a bozzi.»
«Una brutta esperienza, ma è stata
solo una coincidenza.»
«L’otto agosto duemilaotto sono
stata tamponata. La città era deserta per l’esodo vacanziero e l’unico
vecchietto novantenne, mezzo cieco e inspiegabilmente ancora patentato ha preso
in pieno proprio me.»
«Ti sei fatta male?»
«No, pochi danni anche alla macchina
per fortuna.»
«Non hai mai pensato che sia la tua
automobile a portare sfiga invece delle date?»
«Prendimi pure in giro, ma non mi
tranquillizzerò fino a mezzanotte quando questa giornata sarà finita.»
«Scherzi?»
«Secondo te è una coincidenza che
siamo chiusi qui al freddo? Proprio oggi dovevano manomettere il nostro
riscaldamento?»
«Megs è stato un caso.»
«Forse sì o forse no.»
«E se ci impegnassimo a rendere sensazionale
questa serata?»
«Non vedo come.»
Taz guarda l’orologio e sorride
sotto i baffi poi si avvicina a me lentamente e mi accarezza la guancia. Mi
spinge delicatamente nell’angolo tra il distributore e la parete e sussurra:
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